Mele si appella agli elettori: «Bagnasco non ha già vinto, dimostriamolo»

Tramonta definitivamente l’ipotesi di coalizione progressista: «Abbiamo atteso oltre ogni ragionevole limite»

Mele si appella agli elettori: «Bagnasco non ha già vinto, dimostriamolo»
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«Chi ha detto che Bagnasco ha già vinto?». Mauro Mele si appella agli elettori, con tanto di hashtag #iocisono, che «non si riferisce alla mia e nostra candidatura - puntualizza - Siano i cittadini a mostrare la loro presenza».

Mele si appella agli elettori: «Bagnasco non ha già vinto, dimostriamolo»

È il prologo della corsa solitaria del Pd. Una corsa in agrodolce, tra la delusione per la sfumata coalizione tra forze progressiste e l’orgoglio di rivendicare la propria identità e simbolo. «Pensavamo che indicare un nostro candidato potesse essere d’intralcio alle trattative. Non abbiamo posto condizioni, salvo trovarci invischiati in una ragnatela di veti incrociati - chiarisce - Abbiamo atteso oltre ogni limite ragionevole, ora ci mettiamo a servizio della città». Con 5 anni di opposizione sulle spalle: «Un’opposizione costruttiva, non becera - rivendica - Abbiamo presentato il maggior numero di ordini del giorno, ottenendo successi. Qualcuno ci accusa persino di essere stati conniventi con l’amministrazione per aver votato sì al bilancio. Avremmo dovuto dire no a 12 milioni per la città?». Il punto è come sono stati maturati e spesi: «Una buona amministrazione non lascia accumulare avanzi che, non fosse stato per Renzi, sarebbero ancora congelati». Dito puntato sui ritardi del San Francesco «ammessi solo dopo averli pungolati», sul depuratore di cui l’amministrazione non dovrebbe vantare meriti essendo ad opera di Iren. Il più grosso interrogativo è il cantiere di piazza Molfino: «Era necessario farlo ora, con la città già paralizzata?». L’obiettivo Pd è dare un’identità certa alla città, «non più dormitorio ma meta turistica». Una città più attrattiva, con dotazioni base come deposito bagagli, servizi pubblici, guide turistiche e un sito web esaustivo. Una città accogliente che punti a garantire i diritti di tutti, una città che investa di più sulla cultura e sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica, e in cui la pianificazione avvenga in modo condiviso mediante tavoli di confronto permanenti tra amministrazione, categorie, associazioni e comitati di quartiere.

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