«La focaccia di Recco? È stata inventata da un camoglino e ve lo dimostreremo!»

Gran finale della rassegna Uomini e Navi

«La focaccia di Recco? È stata inventata da un camoglino e ve lo dimostreremo!»
Pubblicato:

Si conclude sabato 1° febbraio alle 17.30 la rassegna Uomini e Navi promossa dalla Lega Navale di Chiavari&Lavagna con il patrocinio del Comune di Chiavari.

La rassegna

Una rassegna dedicata alla cultura del mare, che da 12 anni “sviscera” le curiosità e gli aneddoti di un mondo tutto da scoprire. Appuntamento nella sede della LNI al porto turistico box numero 51.

Per l’ultimo incontro, com’è tradizione, ci sarà il comandante Ernani Andreatta che parlerà di un tema piuttosto insolito: “Recco il paese delle Focaccia? Nel 1800 era ben altro”.

E ricorda:

"Gio Bono Ferrari, grande storico e scrittore di Camogli, dedica ben 50 pagine alla storia marinara di Recco il quale riporta: Se si facesse il calcolo dei grandi bastimenti costruiti a Recco, si sorpasserebbero di certo i 200. Tutti i costruttori navali di Chiavari erano originari di Recco. I piccoli velieri “Gigino” (1906 - rinominato "Yerushaliyim Hanezura") e il “Carlo” (1914 - rinominato “Palmach”) che, dopo la seconda guerra mondiale erano ancora galleggianti, portarono in Palestina oltre mille “immigranti Illegali”. Ebrei sopravvissuti allo sterminio nazista. Parteciparono alla rinascita di un popolo e alla costituzione del nuovo Stato di Israele. Entrambi i Velieri erano stati costruiti a Chiavari dai Gotuzzo, costruttori navali provenienti da Recco. Giancarlo Boaretto, noto deepdiver e curatore del Museo Marinaro, ha ricostruito il “Gigino”, in uno splendido modello navale anche nell’interno degli alloggi. E la famosa focaccia di Recco invece? E’ stata inventata da un camoglino! E ve lo dimostreremo con la testimonianza inequivocabile di Giulio Cassinelli, un maestro focacciaro internazionale di grande prestigio".

Durante la seconda guerra mondiale, ricorda Andreatta, il Cantiere Navale di Recco sarà oggetto di terribili bombardamenti da parte degli “alleati” che produrranno la completa distruzione della città.

"Salvo pochissime eccezioni tutte le case del centro di Recco andarono distrutte: le chiese, il Comune, l'ospedale, le strade: si salvò solo il 4% delle abitazioni. I morti furono “soltanto”, si fa per dire, 130 ed i feriti circa300, in quanto la maggior parte delle persone era già sfollata altrove. Le incursioni furono ben 27 e il primo bombardamento si verificò il 10 novembre 1943. I ripetuti raid aerei che seguirono colpirono una terra ormai devastata e sconvolta, sulla quale si ostinava a resistere, colpito, danneggiato, rattoppato ogni volta, il viadotto ferroviario obiettivo di tanta ostinazione, sino a quando anch’esso fu ridotto a una fila di moncherini di pietra e mattoni che si ergevano su una landa di macerie. Nonostante i danni ricevuti, la linea ferroviaria venne ostinatamente  ripristinata: il primo treno ripassò sul ponte la sera dell’8 gennaio 1944 dopo soli 12 giorni dal bombardamento, proprio mentre le sirene suonavano un secondo allarme aereo. E così Recco, dopo la guerra si riconvertì in Paese della Focaccia al Formaggio anche grazie a prestigiosi personaggi come Gianni Carbone, storico titolare del ristorante “Manuelina” e ad altri prestigiosi locali pubblici che hanno fatto di Recco la Capitale della Gastronomia".

Seguici sui nostri canali