Antartide: nella spedizione sulla terra ghiacciata anche il chiavarese Sanguineti

Una missione esplorativa, alpinistica e scientifica sulle montagne glaciali della Penisola Antartica

Antartide: nella spedizione sulla terra ghiacciata anche il chiavarese Sanguineti
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"Ci stiamo preparando a festeggiare il 2020 con varie bottiglie di Malbec e Syrah argentino. Dalle vostre parti mentre vi scriviamo è già 2020, auguri di buon anno!".

Sono queste le prime (e ultime) notizie che ci arrivano riguardo la spedizione in Antartide del chiavarese Marcello Sanguineti con l'alpinista biellese Gian Luca Cavalli e Manrico Dell'Agnola di Agorgo (BL). I tre sono salpati ufficialmente il 2 gennaio sullo yacht Ice Bird, che sarà il loro campo base per tutta la missione.

"Tutto è stipato nell'Ice Bird, ogni centimetro è prezioso - ci scrivono il 1° gennaio -. Le cabine e le cuccette sono a rischio claustrofobia. A detta del capitano, ci aspettano quattro giorni di traversata in cui nausea e vomito si alterneranno a vertigini.Speriamo che stia solo cercando di divertirsi alle nostre spalle... Vi sapremo dire!".

L'avventura

 

Partiti da Roma e atterrati  a Ushuaia, Cavalli, Sanguineti e Dall'Agnola, si sono imbarcati per attraversare lo stretto di Drake che separa la Patagonia della penisola antartica. Poi appunto, 4-5 giorni di navigazione in uno dei mari più tempestosi, con onde alte fino a 40 metri.

A supportare l'iniziativa il Club Alpino Italiano a livello centrale, la sezione di Biella e il Club Alpino Accademico italiano. Tra gli sponsor, nel Levante ligure compare l’Hotel Vesuvio di Rapallo.

Gli obiettivi del viaggio

Una spedizione che ha richiesto oltre un anno di preparativi e di attese per il permesso di attracco. I tre saliranno su alcune pareti e vette inviolate nella Graham Land, la parte della Penisola Antartica situata a nord di 66°S.

In particolare, affronteranno la Trinity Peninsula, l'area del Gerlache Strait e la Wiencke Island. E il campo base sarà appunto  lo yacht australe Ice Bird, dal quale i tre sbarcheranno per effettuare le esplorazioni e le scalate; gli spostamenti sulla terraferma avverranno con gli sci e le slitte trainate da loro stessi.

L’attività scientifica

Durante la spedizione sarà svolta anche un'attività scientifica, nell'ambito della collaborazione del chiavarese Marcello Sanguineti con l'Istituto di Scienze Polari (Isp) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per lo svolgimento del progetto ECO AS:TRA (Emerging COntaminants in Antarctic Snow: sources and TRAnsport; PNRA18_00229), approvato per il finanziamento dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide. Coordinatore del progetto è Marco Vecchiato dell'Isp del CNR.

I tre alpinisti effettueranno prelievi di campioni di neve a diverse quote. Poi, come spiega bene il Cai, sulla Ice Bird, sottoporranno la neve prelevata, ormai ridotta allo stato liquido, ad un processo di estrazione in fase solida (Spe), che consentirà di portare in Italia i campioni per analisi ed elaborazione dati. L'obiettivo della ricerca è quello di studiare la presenza di contaminanti di nuova generazione nelle aree polari, analizzarne i meccanismi di trasporto e, successivamente, valutare le possibili ricadute in zone antropizzate.

I numeri

Una volta arrivati, i tre avranno una ventina di giorni per esplorare l'area, fare ricerca scientifica e scalare montagne inviolate alte fino a 3.500 metri. Le temperature - là è l'estate australe - si attestano sui meno 25 gradi. Scesi sulla penisola antartica, ognuno dei tre avrà sulle spalle 30 kg di materiale tra cambi, generi di sussistenza, materiali d'arrampicata, fotocamere e obiettivi, e il materiale scientifico messo a disposizione dal Cnr.  Con loro ognuno avrà anche un pannello solare per poter ricaricare la strumentazione elettronica tra cui il gps per comunicare con l'Italia. Gli spostamenti avverranno con gli sci e con la slitta che ognuno dovrà trainarsi. Per il mangiare dovranno adattarsi a cibi liofilizzati, in totale ne hanno una scorta di 25 kg.

Una spedizione in terre remote

"Viviamo la passione per l’alpinismo nel tempo libero, in un continuo “gioco a incastri’’ con famiglia e lavoro - confessano i tre -. Vogliamo raccontare e far conoscere agli appassionati di montagna una spedizione realizzata da alpinisti in terre remote che, nell’immaginario collettivo, sono prerogativa di chi pratica l’alpinismo per professione".

Senza dubbio una spedizione emozionante, che seguiremo nelle prossime settimane!

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