Adele uccisa dall'ecstasy: la Cassazione assolve Rigotti

Assoluzione "per non aver commesso il fatto": ancora un capovolgimento interpretativo delle responsabilità del gruppo di amici in quella sera fatale

Adele uccisa dall'ecstasy: la Cassazione assolve Rigotti
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È stato assolto "per non aver commesso il fatto" dalla Cassazione Daniele Rigotti, che ancora in Appello era stato condannato a 2 anni e 8 mesi per omicidio colposo e detenzione di sostanze stupefacenti nell'ambito della morte della giovane amica chiavarese Adele De Vincenzi, morta a 16 anni nel 2017 dopo aver assunto, assieme al fidanzato Sergio Bernardin (anch'egli condannato a 4 anni e mezzo per averne cagionato la morte in conseguenza di altro reato), proprio a Rigotti ed alla fidanzata di quest'ultimo delle pasticche di ecstasy. Rigotti e Bernardin hanno affrontato due processi separati, e più volte si sono sovrapposte diverse interpretazioni della responsabilità penale: in gran parte il punto focale è stata proprio la responsabilità di quell'acquisto della droga che si era rivelata fatale per Adele; l'acquisto era stato fatto dai due e poi la sostanza era stata ceduta alla ragazzina, oppure, come sottolineavano le difese, si era trattato di un acquisto collettivo del gruppo e, dunque, Adele stessa era da considerarsi fautrice del proprio triste destino? Sarà quindi ancora una volta necessario attendere le motivazioni della sentenza per capire se e come questa potrà riflettersi sulla posizione anche di Bernardin.

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