Vecchio ospedale di Santa Margherita, parlano i Verdi

"Profonda modificazione dell'assetto paesaggistico e architettonico"

Vecchio ospedale di Santa Margherita, parlano i Verdi
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I portavoce tigullini e metropolitani dei Verdi Pierluigi Biagioni ed Angelo Spanò intervengono sul caso del vecchio ospedale di via Roma a Santa Margherita Ligure.

Profonda modificazione dell'assetto paesaggistico e architettonico

"La ristrutturazione dell'ospedale, che, fino alle soppressioni napoleoniche di fine 700, era un seicentesco Convento agostiniano, lascia poco spazio al restauro e molto alla speculazione immobiliare. Un sito edificato nei secoli con lasciti e raccolte pubbliche, prima a favore della costruzione monastica e poi della sua trasformazione in nosocomio, trasformarlo in un privilegiato centro residenziale che si espande ben oltre l'utilizzazione degli spazi storici, allargandosi, grazie al piano casa, in nuove invasive costruzioni, ci lascia alquanto attoniti! Il risultato è la profonda modificazione dell'assetto paesaggistico e architettonico dell'insieme, in un'area panoramica e centrale della cittadina, sull'altura che affianca la linea ferroviaria in prossimità della sua stazione.

L'unico degli attuali edifici che sarà restaurato e restituito alla fruizione pubblica sarà quello dell'antica Chiesa, trasformata, nella prima metà dell'800, in due piani di spazi ospedalieri con cappella, nel progetto attuale destinato ad ospitare un Auditorium.

Invece, l'ex-edificio conventuale, privo di una tutela integrale, sarà completamente trasformato in un elegante condominio, che avrà il suo ascensore, all'interno del pur vincolato campanile settecentesco.

I fondi conservano ancora la cisterna e le cantine seminterrate del Convento, dove si trova anche la base di un piccolo frantoio da olive, essendo la comunità monastica dedita alla coltivazione di ulivi e piante da frutto sulle pendici, ben soleggiate, della collina che saliva oltre l'attuale linea ferroviaria. Ci auguriamo che queste parti storiche vengano conservate, restaurate e restituite alla pubblica fruizione, e che venga ugualmente recuperato e tutelato quanto si potrà trovare di antiche ossa nell'area dietro il Convento che ospitava il cimitero dei frati e in quella al di sotto dell'ex-Chiesa, dove furono sepolti, nel '600 e nel '700, notabili sammargheritesi .

Ma se l'intervento nel corpo più elevato del complesso architettonico trova una sua legittimazione nella necessità di finanziare l'intera operazione e fornire remunerazione ai privati costruttori, l'espansione dei volumi nelle residue aree verdi prospicienti gli edifici, costituisce una pesante ferita cementizia, coi suoi tre piani di parcheggi interrati ed altrettanti di abitazioni sovrapposte.

Infatti il sito, già conventuale e ospedaliero e circondato un tempo da spazi verdi, si presenta oggi letteralmente stretto d'assedio, da est e da ovest, da grandi condomini degli anni '60 – '70 che fiancheggiano, con murature e colori del tutto inadeguati, anche l'antico camminamento, ancora denominato “Scalinata all'Ospedale”.

Questa corposa creazione di nuovi volumi abitativi, che tristemente dovrebbero sostituire il piccolo edificio quadrangolare ed il bel prato antistante, è assolutamente ingiustificabile al fine di favorire la residenzialità, in un Comune che sta perdendo abitanti da anni, per la bassa natalità e gli alti costi degli alloggi, e si rivela un'operazione speculativa a tutti gli effetti, che oltraggia il paesaggio in un'area di grande pregio, col solo effetto di rendere ancora più alta la percentuale di seconde case di S.Margherita, che già sfiora il 60%".

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