Toti contro il "Guardian": «Il pesto farebbe male? Gli inglesi si preoccupino della loro cucina»

Il governatore ligure risponde con sarcasmo alle accuse del quotidiano britannico in merito alla salubrità del pesto genovese

Toti contro il "Guardian": «Il pesto farebbe male? Gli inglesi si preoccupino della loro cucina»
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Il Presidente della Regione Liguria ribatte ai britannici del Guardian che hanno negli scorsi giorni accusato il pesto genovese in vendita in UK di essere dannoso per la salute.

Toti contro il Guardian a difesa del pesto, eccellenza ligure ed italiana

Due giorni fa il Guardian pubblica un articolo sul pesto genovese commercializzato in Gran Bretagna: il responso è implacabile, il pesto risulterebbe troppo salato, "due volte l'acqua di mare, più delle arachidi, più di un hamburger del McDonald's", il che sarebbe una minaccia per la salute pubblica, soprattutto a fronte delle attuali campagne volte alla promozione di un'alimentazione sana ed equilibrata.

Giovanni Toti

«Non so quale Pesto abbia assaggiato il quotidiano inglese ” The Guardian” per sostenere che faccia male», è la risposta sorpresa e piccata, giunta oggi, del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. «Il Pesto, come tutta la dieta mediterranea, è riconosciuto da tutti come un alimento sano, naturale, oltre che buonissimo. E il successo che riscuote in tutto il mondo ne è la prova. Consiglio agli amici britannici - prosegue Toti - di preoccuparsi piuttosto della loro cucina. E per migliorare la qualità della vita degli amici giornalisti del Guardian già oggi sarà nostra cura inviargli una bella confezione della nostra salsa con cui rallegrare il palato, migliorare la propria salute alimentare e schiarirsi le idee prima di scrivere strampalati articoli di giornale».

Le analisi e la risposta di Saclà

Ecco, a derimere questo scontro di culture culinarie (quella inglese, obiettivamente, famosa nel mondo non proprio per una sua stereotipata qualità, tanto al palato quanto al fegato) forse può essere proprio la risposta alla domanda di Toti: nessuno al Guardian ha "mangiato" del pesto, ma le analisi citate nell'articolo riguardavano un pesto pronto di una nota azienda piemontese, che è la principale esportatrice in UK - dove ha una filiale ed è leader di mercato - di pesto ed altre salse tipiche della cucina italiana. Senza nulla voler togliere alla suddetta ditta, che si è sicuramente guadagnata con merito la posizione dominante nel mercato britannico, ogni ligure che si rispetti sa che il problema non è il sale, ma che il pesto pronto industriale è una bestemmia a prescindere.

Scherzi a parte, la ditta in questione, la Saclà, ha anch'essa replicato nelle scorse ore alle accuse del Guardian: «Selezioniamo basilico fresco italiano e ingredienti controllati di alta qualità nel rispetto della tradizione gastronomica italiana. Rivediamo costantemente le nostre ricette per renderle sempre più salutari, e a questo proposito abbiamo lanciato proprio sul mercato inglese anche una versione 'low fat' del nostro pesto best seller. Da oltre 25 anni, gli inglesi riconoscono una superiorità nel gusto, la cremosità del nostro pesto e l'autenticità del nostro 'made in Italy', rendendoci Market leader in tutto il mercato Britannico. Il sale è presente in ricetta non solo per dare sapore ma soprattutto per aspetti tecnologici, che ci consentono di non utilizzare alcun conservante nei pesti Saclà. Il pesto è un condimento tipico della dieta mediterranea, grazie al suo sapore intenso va utilizzato in piccole quantità e inserito all'interno di una dieta equilibrata e varia».

Vallo a spiegare, però, a gente che neppure sa come bollire la pasta.

Toti ha mantenuto la promessa e inviato un cesto alla redazione del Guardian

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