Movida, croce e delizia di Sestri Levante: si discute sui limiti

I residenti si lamentano del chiasso notturno, niente proroghe all'orario di chiusura dei locali: ma per le attività il danno è considerevole

Movida, croce e delizia di Sestri Levante: si discute sui limiti
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Chiusure dei locali alle 2: l'ordinanza divide Sestri Levante fra due fronti egualmente supportati da legittime rivendicazioni.

"Stop" alla movida: si discute in cerca di compromessi

È una storia vecchia come i tipici carruggi delle città liguri, dove ogni suono rimbomba intrappolato nelle - ed amplificato dalle - loro angustie. Anche a Sestri Levante la movida che si concentra nei carruggi del centro, quali via XXV Aprile, diventa un problema per chi sopra i locali notturni abita e non riesce a riposare, disturbato dal vociare - e, va ammesso, talvolta da veri e propri schiamazzi - di chi sta "facendo serata". D'altra parte per una città a vocazione turistica come la bimare, quella movida, soprattutto d'estate, è una risorsa importante.

E così il dibattito è eterno, e si guadagna le pagine del Secolo XIX di oggi. Al centro dell'attenzione, con l'arrivo dell'alta stagione (e già in questo periodo, fra il ponte del Primo Maggio e subito dopo il Riviera Film Festival, Sestri si prepara a vedere un notevole afflusso di visitatori) la delibera comunale dello scorso novembre che ha anticipato alle 2 del mattino l'orario di chiusura obbligata dei locali che somministrano cibo e bevande. Proprio su pressione di alcuni residenti, spiega sul quotidiano il Sindaco Valentina Ghio, che tuttavia non è sorda alle esigenze degli operatori ed essa stessa promuove il dialogo: tanto che annuncia un incontro, in cui cercare compromessi fra le parti, entro le prossime due settimane.

Per i ristoratori la chiusura alle 2 è comprensibilmente un limite problematico: le abitudini serali - od ormai per meglio dire notturne - dei giovani (e non solo, in verità), sono cambiate, ed effettivamente per i locali questo si traduce nel poter lavorare a pieno regime per pochissime ore. Né la chiusura è effettivamente garanzia di soluzione al problema chiasso: anzi, il risultato potrebbe persino essere quello opposto, ossia di "costringere" i giovani ad attardarsi fuori dai locali, disturbando semmai ancor di più la quiete di chi, proverbialmente «il mattino dopo deve andare a lavorare».

Se le due opposte ma altrettanto legittime esigenze potranno trovare una diversa sintesi comune, lo vedremo prossimamente. Ma la storia, come detto, è proprio antica.

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