Crisi nella residenza protetta, stipendi congelati al Castagno

Crisi nella residenza protetta, stipendi congelati al Castagno
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Crisi nella residenza protetta Il Castagno, persistono le problematiche in merito al pagamento degli stipendi al personale da parte della Cooperativa Agorà che gestisce la struttura. Ritardi che riguardano anche l’amministrazione comunale, proprietaria dell’immobile, in quanto la gara con la quale l’Agorà si era aggiudicata la gestione prevede il pagamento di un corrispettivo annuo di circa 80mila euro.

Dipendenti e degenti in rivolta, è crisi nella residenza protetta

Da tempo i dipendenti lamentano il ritardo del pagamento degli stipendi che ammonta a diverse mensilità. Conseguentemente, chi trova un altro lavoro, appena può si licenzia. Gli ospiti assistono pertanto ad una continua turnazione del personale che non contribuisce di certo a rasserenarli. In passato il gestore aveva assicurato un piano di rientro per quanto riguarda il pagamento degli stipendi e dell’affitto dovuto al Comune. Così non è stato, le mensilità in arretrato invece di diminuire sono cresciute. Sul sentiero di guerra oltre i dipendenti, che chiedono il rispetto del contratto e la presenza all’interno della struttura di un numero adeguato di lavoratori, sono anche i degenti e loro parenti.

Non sono concessi ritardi nel pagamento della retta mensile, fanno il loro dovere e pertanto vogliono essere trattati come meritano. Nei giorni scorsi sì è svolta una riunione in Comune dove rappresentanti dei dipendenti e degli ospiti ricoverati ancora una volta hanno manifestato le loro perplessità sulla conduzione della struttura da parte del gestore. La carenza di personale potrebbe persino indurre la Asl 4 a fare dei controlli per verificare se sono almeno garantiti gli standard minimi. Non escluso che quanto prima si arrivi alla rescissione della convenzione che regola i rapporti tra il Comune e la Cooperativa Agorà. La casa di riposo, che conta circa 25 posti, era stata inaugurata nel settembre del 2009 a seguito della demolizione dell’ex scuola.
Nelle intenzioni avrebbe dovuto funzionare persino come centro diurno consentendo alle persone anziane residenti in paese di consumare il pasto di mezzogiorno. Sulla carta una buona idea che però al momento di essere messa in pratica ha ottenuto ben pochi consensi.

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