Controllo dei vigili nella gelateria pro vax

La gelateria pro vax sta diventando un caso politico in città, con la nota del gruppo "Noi di Chiavari". Agenti della polizia municipale hanno fatto un sopralluogo nella gelateria per controllare che non ci fossero "discriminazioni".

Controllo dei vigili nella gelateria pro vax
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Nel numero de Il Nuovo Levante di oggi, ampio servizio dedicato al caso della settimana della gelateria "pro vax".

Controllo dei vigili nella gelateria pro vax

Sul caso del manifesto pro-vax affisso alla vetrina della gelateria chiavarese "Cremeria Spinola", sono intervenuti nella giornata di mercoledì 8 agosto anche gli agenti del Comando di Polizia Municipale. Il sopralluogo degli agenti è avvenuto per verificare che non ci fossero "discriminazioni" tra i clienti. Il fatto, dopo che il proprietario aveva affisso un manifesto, poi anche postato nella pagina facebook del locale, dicendo che i "no vax" non erano i benvenuti nella gelateria.

Gelateria pro vax, il caso entra a Palazzo Bianco

Ad occuparsi del caso anche il gruppo consiliare Noi di Chiavari. I consiglieri Roberto Levaggi, Daniela Colombo e Silvia Garibaldi non commentano la libera scelta del commerciante, ma stigmatizzano il comportamento del Comune di Chiavari e della Polizia Municipale.

«Apprendiamo che i vigili del comando di Chiavari sono stati inviati dall'attuale amministrazione presso la gelateria, per verificare che la scelta personale di un esercente non si traduca in una sorta di discriminazione. Noi siamo francamente sconcertati, dall'atteggiamento dei vigili e dal comportamento palesemente antidemocratico del Comune. Con tutte le emergenze e le priorità che ci sono in città – sporcizia, degrado, abbandono, traffico a tutte le ore del giorno, soste selvagge – possibile che i vigili non abbiano niente di meglio da fare che andare a verbalizzare l’attività di un privato che ha semplicemente espresso la propria idea? A cosa serve questa dimostrazione? Perché Di Capua e soci giocano a fare gli sceriffi invece di occuparsi dei problemi reali della città? Dov’è la polizia municipale, tutte le volte che viene chiamata a intervenire per schiamazzi notturni e abbandono di rifiuti? I loro verbali sono altrettanto solerti?».

La nota del gruppo Noi di Chiavari

I consiglieri puntualizzano: «E’ facile essere forti con i deboli e poi non avere uno straccio di visione della città. Esprimiamo la massima solidarietà al gestore della gelateria, che si è visto piombare il controllo solo per aver espresso un parere. Con la lettera affissa alla sua vetrina, questo imprenditore, che dà lavoro a trenta persone, ha rischiato esclusivamente di proprio. Se non entrano clienti, ci rimette solo e soltanto la sua attività. Dove sta l’interesse pubblico in tutta questa vicenda? Qual è la posizione di Palazzo Bianco sui vaccini? Davvero non capiamo».

Levaggi, Colombo e Garibaldi concludono: «Invitiamo la Polizia Municipale e soprattutto chi la coordina a occuparsi di questioni più importanti, dalle quali sul serio dipende la convivenza tra cittadini, e a cercare di far rispettare le regole messe a tutela di tutti. E ricordando che in questo Paese, anche se a certi personaggi può dare fastidio, esiste ancora e per fortuna la libertà di pensiero».

Commenti
Peta Fantazzini

Alcune precisazioni tecniche: perché vi possa essere una discriminazione in merito all'esercizio pubblico, secondo diritto, è necessaria una componente di impedimento attivo, diretto o indiretto (quale sarebbe, prendendo a spunto il caso qui citato, un *divieto di ingresso*, in quanto tale esercitato tramite una qualsivoglia selezione attiva). Insomma, come recita la legge, gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo. In questo caso, tuttavia, non solo tali prestazioni non sono rifiutate - né si avverte tramite l'affissione che lo vogliano essere - ma anche se lo si volesse fare non vi sarebbe modo per rifiutarle in base al presunto metro "discriminante", che non si richiama a una caratteristica fondante della persona, ma ad una inverificata ed inverificabile (e sarebbe illegittimo, in tale esercizio, richiederne verifica a cui far seguire un diverso trattamento, appunto) opinione personale. Questo è quanto sostiene il diritto. È del resto la ragione per la quale gli agenti che si sono recati sul posto a controllare, non hanno potuto rilevare alcunché di illecito. Per il resto, sulle opinioni, naturalmente ciascuno libero di pensarla come vuole, e di esprimere il proprio pensiero. Più informato è, poi, meglio è.

Francesco Franceschi

Cit. " E ricordando che in questo Paese, anche se a certi personaggi può dare fastidio, esiste ancora e per fortuna la libertà di pensiero". Per fortuna esiste ed è tale sia per i sì vax che per i no vax: ognuno dovrebbe aver diritto di pensarla come vuole, se infrangerà il codice civile o penale, gli organi preposti commineranno sanzioni, giusto? Ma cosa c'entra QUEL cartello in tutto ciò, esposto in un LOCALE PUBBLICO, non nella privata abitazione oppure sulla pagina fb?? Domanda semplice semplice per la demagogia spicciola dell'opposizione: è oppure NO un locale aperto al PUBBLICO? Perché se uno potesse fare ciò che vuole, nel proprio negozio, qualcuno dovrebbe spiegarmi le MILLE regole a cui sono sottoposti i commercianti!! Persino i SALDI non si possono fare quando si vogliono (eppure un negozio è come come una casa privata, secondo Levaggi, Colombo e Garibaldi...), di cosa state parlando? Quel cartello è obbrobrioso, una vergogna ed il bello è che viene difeso da quelli che, in altri ambiti, propagandano "tolleranza", "rispetto per gli altri", "solidarietà" e "pari diritti per tutti". NON gradire una categoria di persone, per i loro pensieri, in un'attività pubblica è DISCRIMINAZIONE, punto.

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