Jolly Nero, equipaggio colpevole di aver capito tardi il blocco del motore

Per il crollo della torre piloti morirono il rapallese sottocapo della Capitaneria di Porto Daniele Fratantonio e Marco De Candussio, ex comandante del porto di Lavagna

Jolly Nero, equipaggio colpevole di aver capito tardi il blocco del motore
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Il crollo della torre piloti a Genova, abbattuta il 7 maggio 2013 da una nave causando la morte di nove persone, tra cui il rapallese sottocapo della Capitaneria di Porto Daniele Fratantonio e Marco De Candussio, comandante del porto di Lavagna per una decina d’anni, fu provocato dall'esito infausto della manovra di uscita dal porto a cui ha "contribuito il colpevole ritardo con cui l'equipaggio ha preso coscienza della mancata partenza del motore".

Per il crollo della torre piloti morirono il rapallese sottocapo della Capitaneria di Porto Daniele Fratantonio e Marco De Candussio, ex comandante del porto di Lavagna

E' quanto scrivono i giudici di appello nelle motivazioni della sentenza di secondo grado che ha assolto il pilota del porto Antonio Anfossi (4 anni e 2 mesi in primo grado) e il comandante d'armamento Giampaolo Olmetti e parzialmente confermato le condanne degli altri imputati. I giudici avevano ridotto la condanna al comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni (da 10 anni e 4 mesi a 9 anni e 11 mesi). In primo grado il primo ufficiale della nave cargo Lorenzo Repetto era stato condannato a 8 anni e 6 mesi (pena confermata) e a 7 anni il direttore di macchina Franco Giammoro (confermata). Secondo i giudici d'appello, Paoloni "non adottò le misure corrette dopo avere preso atto che il contagiri non funzionava, sbagliò la procedura di riavvio, diede in ritardo l'ordine di fondo alle ancore". Il pilota del porto Anfossi, invece, "fu rassicurato dal comandante che tutti gli strumenti funzionavano e non messo al corrente di quanto stava succedendo. Anzi, nonostante la carenza delle informazioni, non appena si rese conto che l' abbrivio indietro della nave non diminuiva diede i suggerimenti giusti delle manovre da fare a Paoloni". Per quanto riguarda la compagnia Messina, condannata come responsabile amministrativo al pagamento di un milione e 500 mila euro, i giudici scrivono che "la società non ha attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a evitare i reati commessi con violazione delle norme di prevenzione".

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