Tagli alle risorse per i disabili? È bagarre in Regione

Scambio di accuse politiche e un giallo: durante l'audizione delle associazioni di tutela e supporto ai portatori di handicap è stata interrotta la diretta streaming. Per il Pd si tratta di una «censura vergognosa»

Tagli alle risorse per i disabili? È bagarre in Regione
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Pd e sinistre attaccano in Consiglio Regionale: tagli alle risorse per i disabili, ma Sonia Viale nega, nessun taglio. Giallo sull'interruzione dello streaming.

Paita e Rossetti: «La Regione taglia i fondi»

«La Regione taglia i fondi per i disabili». Lo dicono i consiglieri regionali del Pd Raffaella Paita e Pippo Rossetti, a margine del dibattito in Consiglio regionale sul Piano sanitario, dopo la sospensione dei lavori che ha consentito alle associazioni liguri (Anffas, Ens, Cepim, i genitori del Villaggio del Ragazzo, Aias e Don Orione fra le altre) di prendere la parola e denunciare la situazione di grave emergenza con cui devono fare i conti. «Sono due anni che l'assessore Viale sostiene che ci sia un accordo sui fondi per i disabili – sottolinea Rossetti – ma come dimostrano i genitori delle tante famiglie arrivate questa mattina in Regione i tagli ci sono eccome. È assurdo ridurre i servizi ai diversamente abili, ma è proprio ciò che fa questo contratto proposto dalla Regione e da Alisa. Diminuire le prestazioni vuol dire scaricare sulle famiglie i problemi e mette a rischio anche i posti di lavoro, per tutti gli addetti che operano in questo settore». «Ci sono liste d'attesa molto lunghe nel dopo di noi, negli ambulatori riabilitativi, nei centri diurni e nelle RSA – sottolinea Paita – e se la Regione riduce i fondi queste attese aumenteranno esponenzialmente. Oggi le associazioni delle famiglie che rappresentano i disabili sono venute in Consiglio regionale per chiedere qualcosa di molto semplice: non tagliare le risorse a chi ha bisogno di aiuto. È una questione di dignità ed equità sociale. La Giunta non può voltarsi da un'altra parte».

Gianni Pastorino, Francesco Battistini (Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria): «Un atto politico intollerabile: messe in crisi le associazioni per l’assistenza».

Dibattito sul Piano Sociosanitario Regionale interrotto per ascoltare una nutrita delegazione delle associazioni che si occupano di assistenza ai disabili. Le organizzazioni denunciano la revisione delle sistema di autorizzazione e accreditamento prevista nel testo prossimo al voto, cui si affiancano una regressione tariffaria per i servizi e l’ennesimo taglio del 5% alle risorse rispetto allo scorso anno. Tali scelte del centrodestra comporteranno una riduzione e un peggioramento delle condizioni di accesso alle prestazioni, con pesantissimi disagi per pazienti, famiglie e lavoratori. Il punto di vista di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria.

«Nei 3 miliardi del bilancio della sanità ligure, la quota destinata ai disabili è oggi di solo 210 milioni: una percentuale bassissima, che la giunta vuole tagliare ancora. Chi pensa di voler risanare il bilancio della sanità risparmiando sui disabili, sta facendo una cosa lontana dall’umanità, un atto politico intollerabile. Non si può accettare una regressione del sistema tariffario che parte dal 95%. Certo è che se si decide di creare Alisa e di aumentare i dirigenti, da qualche parte poi si deve risparmiare – dichiarano i consiglieri regionali Gianni Pastorino e Francesco Battistini -. La disabilità non può essere considerata un costo. I disabili hanno bisogni, le famiglie devono affrontare enormi difficoltà quotidiane, chi presta loro assistenza deve essere tutelato e sostenuto. E serve personale qualificato rispetto a un’utenza specifica, analogamente a quanto avviene con le specialità dei reparti ospedalieri».

«Nel 2010 la precedente giunta aveva deciso per i tagli; da allora la situazione è soltanto peggiorata – commentano Pastorino e Battistini -. Ad esempio, è assurdo che le ASL non indirizzino pazienti agli istituti: le strutture hanno in media il 10-15% di posti liberi, purtroppo lasciati inutilizzati, quando le liste d’attesa sono chilometriche e, ancor più grave, tenute segrete. L’assessore Viale vuole dimostrare discontinuità? Dica alle ASL di rendere pubbliche queste liste. E dica chiaramente che non ha intenzione di tagliare budget e tariffe».
I primi segnali, invece, sono tutt’altro che incoraggianti: «Ci risulta che sia stata interrotta la diretta streaming del consiglio, proprio in concomitanza con le proteste scoppiate in aula per le mancate risposte dell’assessore – concludono Pastorino e Battistini -. Non è la prima volta che ciò avviene, e non promette nulla di buono».

La risposta di Viale: «Su disabilità nessun taglio delle risorse ma rimodulazione dei contratti con gli enti gestori»

«Non c’è nessun taglio delle risorse, non è stato tolto neanche un euro rispetto al 2016. Ciò che stiamo rimodulando sono i contratti con gli enti gestori per garantire una maggiore qualità dei servizi erogati e controlli puntuali. C’è bisogno di più dialogo, bisogna parlarsi direttamente, famiglie e Istituzioni che agiscono mettendo al centro la persona». Così la vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Sonia Viale in merito all’audizione, oggi a margine della riunione del Consiglio regionale, degli enti gestori delle strutture che gestiscono i servizi per i disabili e gli anziani.

«Gli enti gestori hanno un contratto con la Regione da cui ricevono 210 milioni di euro per l’erogazione dei servizi. Sono evidentemente una parte contrattuale. Noi abbiamo l’obbligo e l’urgenza di spiegare le modifiche che stiamo apportando al sistema direttamente alle famiglie, con le quali vogliamo un dialogo diretto, non mediato dalla politica. Molti dei cambiamenti che stiamo facendo nascono dal fatto che oggi c’è grande insoddisfazione, come abbiamo sentito oggi in aula. Per questo – ha proseguito l’assessore alla Sanità - vogliamo cambiare alcune regole, per questo riteniamo che debba essere governato il sistema delle liste d’attesa, che debbano essere date risposte più appropriate per garantire una maggiore qualità nelle risposte che gli enti gestori danno ai bisogni di anziani e disabili. Anche l’ultimo cambiamento che abbiamo realizzato va in questa direzione: le famiglie che hanno un disabile gravissimo non riuscivano ad arrivare a fine mese con il contributo esistente di 500 euro mensili. Abbiamo trovato le risorse e dal 1° gennaio 2018 queste famiglie riceveranno un contributo aumentato fino a 1200 euro al mese. Questo è un fatto – conclude - questa è l’azione che stiamo portando avanti».

Toti ribadisce: «Nessun taglio, anzi aumenti per i disabili gravissimi, il Pd strumentalizza il dolore»

«Non ci sarà nessun taglio delle risorse, come abbiamo più volte spiegato. Sono disponibile a confrontarmi nuovamente con i rappresentanti delle famiglie, a cui vogliamo stare molto vicini. Mi sarebbe piaciuta una discussione serena in questa Consiglio. Noi proponiamo un cambiamento e un efficientamento del sistema e, se serve, metteremo anche più risorse, come abbiamo dimostrato aumentando da 500 a 1.200 euro l’assegno per le gravissime disabilità». Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a margine del Consiglio regionale in merito alle rivendicazioni avanzate dai rappresentanti degli enti gestori delle strutture che erogano servizi ad anziani e disabili, delle associazioni dei familiari e di alcuni sindacati.

«Il Pd, inebriato dai suoi insuccessi in questa regione – prosegue il governatore - non riesce a portare avanti un dialogo sereno per cercare di contribuire positivamente e costruttivamente a qualsiasi forma di cambiamento della sanità, una sanità che loro hanno affossato in 20 anni di dominio assoluto, essendo poi bocciati più volte dagli elettori. Dovrebbero avere il buon senso di comprendere che grandi suggerimenti non sono capaci di darli e magari dovrebbero lasciare lavorare chi vuole fare meglio, evitando di strumentalizzare il dolore di tante persone che hanno già gravi difficoltà nella vita. Rilevo con grande amarezza istituzionale e politica – conclude il presidente Toti - che con il Pd si può dialogare, talvolta con difficoltà ma sempre con correttezza, con i ministri che stanno a Roma, ma non si riesce a dialogare con chi avrebbe la pretesa di rappresentare il territorio, da cui peraltro è stato espulso dal voto».

Streaming sospeso durante le proteste delle associazioni: per il Pd «censura gravissima»

«E' stato interrotto lo streaming dei lavori dell'aula quando è stata data la parola alle famiglie e alle associazioni dei disabili, che chiedevano alla Giunta di non tagliare le risorse per l'assistenza»: lo dichiarano i consiglieri regionali del Pd Raffaella Paita e Pippo Rossetti: «Un fatto gravissimo, che ha censurato le giuste istanze di queste persone e che dimostra come la destra abbia paura del confronto e provi in tutti modi a mettere il silenziatore alle proteste. Chiediamo immediatamente chiarimenti per quest'episodio vergognoso».

All'accusa, il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone risponde così: «Come è noto, e come è sempre avvenuto, anche con il conforto degli uffici, quando le sedute vengono sospese si interrompe sempre la diretta. Non è mai esistito un caso differente semplicemente perché non si può fare diversamente». Bruzzone ha puntualizzato: «Anche a garanzia di tutti i soggetti che finora hanno ottenuto un’audizione dal Consiglio e non hanno mai avuto la diretta "streaming" – ha concluso - ribadisco il fatto che il mio compito è di rispettare le regole e rigettare le richieste di infrangerle».

Bruzzone ha aggiunto: «Mi sembra doveroso chiarire il tipo di procedura adottata perché il richiamo della consigliera Paita, che suona come una sorta di invito a non rispettare le regole da parte del presidente, non può essere accettato. Chiedere al presidente di non rispettare le regole vuol dire chiedere di fare una cosa che non può essere fatta». Bruzzone si dichiara sorpreso che anche il vicepresidente del Consiglio regionale abbia condiviso le critiche del capogruppo Pd: «Il vicepresidente Rossetti dovrebbe conoscere perfettamente le norme che regolano questa materia e dovrebbe sapere che, se io avessi fatto proseguire la diretta, avrei commesso un gravissimo illecito».

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