Omicidio Crocco, resta in piedi l'unico dubbio dell'omicidio

Depositate le motivazioni della sentenza che ha condannato a 30 anni di reclusione Claudio Borgarelli; non risolto il dubbio se Crocco sia stato decapitato mentre era ancora in vita.

Omicidio Crocco, resta in piedi l'unico dubbio dell'omicidio
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Depositate le motivazioni della sentenza che ha condannato a 30 anni di reclusione Claudio Borgarelli; non risolto il dubbio se Crocco è stato decapitato mentre era ancora in vita.

"Incertezza probatoria" sulla morte di Crocco

"Incertezza probatoria rispetto alla causa della morte" di Albano Crocco. Così ha scritto nelle motivazioni della sentenza che ha condannato a 30 anni di reclusione Claudio Borgarelli, il giudice per l'udienza preliminare Maria Teresa Rubini. Secondo il giudice "la scelta processuale corretta sia quella di escludere l’aggravante dell’aver agito con crudeltà, non essendo provato, al di là di ogni dubbio ragionevole, che la morte sia causata dall’uso del machete". Non chiaro quindi se l'ex infermiere di 68 anni, nipote di Crocco, abbia decapitato lo zio mentre era ancora in vita o no.

Rimane in piedi l'unico dubbio dell'omicidio

Durante il processo, il magistrato aveva sostenuto che Borgarelli abbia decapitato Crocco mentre era ancora in vita, mentre il medico legale aveva sostenuto l'opposto. Il fatto, avvenne l'11 ottobre 2016 nel bosco di Craviasco nel comune di Lumarzo. Crocco fu ucciso e decapitato con un machete. Su questo unico dubbio, il giudice per l'udienza preliminare ha preso atto che gli indizi sono contrastanti.

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