Quella frana che blocca tutto da cinque lunghissimi anni

Succede in via Alto Marino sulle alture di Lavagna: gli abitanti esausti hanno anche presentato una petizione

Quella frana che blocca tutto da cinque lunghissimi anni
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Una strada completamente chiusa a causa di una frana avvenuta ben cinque anni fa. Siamo in via Alto Marino, poco distante da Santa Giulia di Centaura, sulle alture di Lavagna. Qui, in mezzo ai boschi, un grosso blocco di cemento ostacola, per motivi di sicurezza, il passaggio lungo la strada che congiunge i Comuni di Lavagna e Cogorno.

I residenti devono allungare il tragitto

Un disagio non da poco, soprattutto per una trentina persone che, per poter raggiungere i terreni di loro proprietà, devono allungare notevolmente il tragitto.
«Siamo andati in Comune a Lavagna forti di una petizione per chiedere che si faccia qualcosa – racconta Bruno Pinasco, 78enne residente a Cogorno – se prima da casa mia ci mettevo circa dieci minuti per raggiungere i terreni di mia proprietà, ora impiego almeno 1 ora di tempo a bordo del mio carro agricolo. Parto da Cogorno, scendo dino a Lavagna, salgo a Santa Giulia e poi torno indietro. È così da cinque lunghi anni».
In passato proprio lo stesso signor Pinasco e altre persone finite nelle sue stesse condizioni, erano andati in più di un’occasione in municipio a Lavagna per protestare. Senza mai ottenere nulla.
L’ultima volta con in carica già la commissione prefettizia, all’inizio del 2018.

Non ci sono i fondi per sistemare la frana

«Abbiamo parlato con una funzionaria del Comune che ci ha spiegato che non ci sono i fondi per sistemare la frana - afferma Pinasco – abbiamo chiesto di transennare la zona e permettere parzialmente il passaggio della strada che sarà larga 3 metri e mezzo ma il geometra, giustamente, non vuole assumersi delle responsabilità».
Un lustro è tanto. Anzi, troppo. Pinasco si gioca l’ultima carta attraverso Il Nuovo Levante. Chiede che qualcuno possa sbloccare la situazione e trovare una soluzione definita alla vicenda.

«Sono passati 5 anni e niente è cambiato – conclude quasi sconsolato il 78enne – speriamo che qualcuno, leggendo questo articolo, possa intervenire concretamente perché tutto ciò rappresenta davvero un grosso disagio per tutti noi».

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