Gioco d'azzardo, Regione: «Nessuna sanatoria», ma le opposizioni attaccano

L'ennesima proroga alla legge regionale "anti-slot" del 2012 appare alle opposizioni il preludio ad una «sanatoria di fatto»: ma Regione Liguria nega

Gioco d'azzardo, Regione: «Nessuna sanatoria», ma le opposizioni attaccano
Pubblicato:
Aggiornato:

«Nessuna “sanatoria” sulle concessioni esistenti ma il rispetto dell’Intesa raggiunta il 7 settembre scorso in sede di Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed Enti locali concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico». Così Regione Liguria in una nota stampa riguardo la proroga che lo opposizioni definiscono "salva slot".

Proroga alla legge anti-slot, la Regione

«In quel documento», spiega la Regione,  «è prevista una forte “stretta” sul numero di apparecchi esistenti che verrà ridotto a livello nazionale del 35% entro la fine del mese (30 aprile): in Liguria si passerà da 10.702 apparecchi a 7.090, con la garanzia di rigorosi controlli che saranno effettuati dall'Agenzia delle Dogane, pronta a intervenire in caso di inottemperanza della disposizione. L’Intesa nazionale prevede, inoltre, un dimezzamento dei punti gioco in tre anni».

Motivazione «alla base della proroga», continua la Regione, «è la volontà di garantire, così come avvenuto durante i tavoli tematici istituiti presso gli assessorati alla Sanità e allo Sviluppo economico, la più ampia discussione possibile anche in sede di commissione consiliare, per arrivare ad un Testo condiviso da sottoporre all’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea legislativa».
«La logica del ddl approvato dalla Giunta è aderire all’intesa raggiunta a livello nazionale, in considerazione della competenza statale in materia, potenziando gli strumenti di prevenzione della ludopatia e contrasto al gioco d’azzardo, consentendo anche agli enti locali di prevedere regolamenti più stringenti e di individuazione ulteriori "luoghi sensibili". Ad ogni modo, i Comuni non potranno rilasciare nuove concessioni ad una distanza inferiore di 500 metri dai luoghi sensibili: in caso contrario commetterebbero un atto illegittimo».

Pastorino e Battistini: «Proroga ad libitum, anticamera di una sanatoria»

«Da una regione che poteva essere all’avanguardia, rischiamo di diventare lo zimbello legislativo d’Italia. Dopo aver promesso dei correttivi in tempi stretti, oggi la maggioranza rifila ai liguri un’altra proroga scandalosa» – dichiarano invece il capogruppo Gianni Pastorino e il consigliere regionale Francesco Battistini di Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria. Per i due consiglieri si tratta di «un attestato di incapacità di Toti, Rixi e Viale che non hanno saputo gestire il problema, visto che la proroga 2017 doveva essere l’ultima». Secondo loro, grave anche il fatto che  «mentre lo scorso anno i termini di applicazione slittavano solo di 12 mesi, stavolta il termine della proroga è indefinito. Almeno fintanto che, e qui sta l’assurdo, non ci sarà una legge regionale sulla ludopatia che per ora rimane chiusa in un cassetto. A noi sembra un cortocircuito creato ad arte. Chi ci assicura una discussione e dunque un’approvazione delle misure sul gioco d’azzardo patologico, visto che le uniche proposte concrete arrivano dall’opposizione? Su questo punto la maggioranza ha fatto solo chiacchiere, per ora; ma nel frattempo fa l’occhiolino alle lobby del gioco».

Nei fatti, per Pastorino e Battistini si tratta di una «proroga “ad libitum” e nessuna restrizione contro un fenomeno che negli ultimi anni si è trasformato in una vera piaga sociale», che appare «l’anticamera di una sanatoria, senza peraltro assumersi la responsabilità di una decisione chiara e trasparente».

Pd: «È sulla situazione esistente che occorre intervenire»

Anche per il gruppo PD si tratterebbe del «preludio ad una sanatoria delle sale da gioco esistenti in Liguria». Secondo i dem «a Toti non interessa combattere la ludopatia, ma lasciare tutto così com’è. E per giustificare l’affossamento dell’ottima legge regionale del 2012 – votata all’unanimità dall’intero Consiglio – prova a farsi scudo dell’accordo Stato-Regioni, che prevede una riduzione del 30% delle sale da gioco. Ma quell’accordo non solo non è operativo visto che manca il decreto attuativo, ma non intacca e anzi fa salve le legislazioni regionali più avanzate, come nel caso del provvedimento ligure che punta a una riduzione delle slot pari a oltre i due terzi dell’esistente».

«Gli unici provvedimenti restrittivi previsti dal centrodestra ligure in materia di gioco d’azzardo riguarderanno le nuove sale slot», spiegano dal Pd, «ma vista la saturazione del mercato, si tratta di interventi che avranno un impatto minimo. È sulla situazione esistente che bisogna intervenire».

Seguici sui nostri canali