Barbara Ivani, artigiana e sarta 3.0 di Casarza

Il personaggio di Casarza Ligure, mamma pronta a promuovere il suo brand

Barbara Ivani, artigiana e sarta 3.0 di Casarza
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Una mamma dalle mani d’oro, una connessione internet e un brand. Sono gli ingredienti del nuovo progetto di Barbara Ivani, artigiana e sarta 3.0, che all’arte di creare indumenti e accessori unici ha deciso di legare la promozione di sè e del suo «Piccolo atelier di sartoria artigianale» attraverso i social network e un blog personale.

Barbara Ivani, artigiana e sarta 3.0 di Casarza

«Fin da piccola ho osservato le donne della mia famiglia dar vita a capolavori straordinari da tessuti e filati mia mamma Alida, la nonna Marianna; la nonna Delia, la zia Maria Rosa – spiega Ivani – . Quella che allora era curiosità nel tempo è cresciuta come passione. Conservo quel che ho appreso come un tesoro e per non dimenticarlo cerco di renderlo vivo a mia volta, nella continua ricerca di un'eleganza fatta di linee pulite, finiture accurate e dettagli preziosi».

La mission della sarta? Recuperare l’artigianalità in chiave moderna, in controtendenza con l'attuale fase storica, in cui poche grandi aziende monopolizzano la distribuzione dei prodotti, anche nel settore della moda. L'effetto è quello di un appiattimento del gusto, di scarsa educazione alla qualità e al dettaglio e nessuna attenzione alle forme vere del corpo - spiega l'artigiana - . Vorrei tornare ad essere quella che in passato era una presenza amica nelle occasioni importanti: la sarta su misura. Una scelta che vuole essere un legame forte con il mio territorio: sono convinta che le attività con un futuro nelle città e in particolare nei centri storici saranno quelle che richiedono la presenza fisica del cliente per gli acquisti, con tutta l’attenzione e la competenza che possono offrirgli». Attraverso i suoi canali social, Facebook, Instagram e Vero, Ivani propone i suoi modelli, e sarà presto on line il suo bog con annesso shop.

«Un tema a cui tengo molto è la “zero waste fashion”, la moda senza sprechi, che affronto diversificando la mia produzione in modo da lasciare, alla fine, meno scarti possibili- spiega la sarta – . Se il tessuto si presta, dai ritagli di un abito da donna se ne può ricavare uno da bambina, o degli inserti, o una cintura, o una borsetta».

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Maria grazia Glicerini

Dove si trova questo stabilimento di sartoria m grazia

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